SETTEMBRE AL PARCO

2010

Arriviamo alla IV edizione di Settembre al Parco. 4 giorni di musica e spettacolo che hanno visto un pubblico numeroso a conferma dell'importanza che oramai Settembre al Parco ha raggiunto. Giovedì 2 si apre con l'omaggio di Enzo Iacchetti a Giorgio Gaber in uno spettacolo che presenta i classici della prima produzione gaberiana. Venerdì 3, causa maltempo, ci si sposta in un Teatro Politeama stracolmo per assistere al ritorno, in formazione completa, dei New Trolls. Uno spettacolo che ha saputo coinvolgere sin dall'inizio il pubblico e che ha confermato le capacità sia vocali che strumentali di un gruppo storico della musica italiana. Sabato 4 è di scena BEN E. KING. Quando un semplice concerto diventa l'occasione per riscoprire la voglia di stare insieme, cantando e ballando a tempo di soul.  Nella serata catanzarese, unica data in Europa, Ben E. King ha riproposto un tuffo nelle sonorità che lo resero famoso e che, ancora oggi, non hanno perso nemmeno un po' di smalto. Accanto a lui, sul palco, erano presenti le coriste Rita Sauders, Angela Workman e, alla chitarra, il direttore musicale Allen Orlovitz che segue il cantante in ogni sua trasferta. La straordinaria cantante newyorkese Dana Fuchs, domenica 5, è invece l'attesa protagonista dell'ultima serata di questa edizione della rassegna. La ''hall of fame' composta dai più grandi artisti internazionali dell'epoca d'oro del soul ha trovato nella voce di Dana Fuchs il perfetto tramite tra tradizione e modernità: nella sua interpretazione intensa ed appassionata si nasconde un'anima da rock singer d'altri tempi che con le parole non bada a conseguenze, inneggiando alla potenza universale della pace e dell'amore proprio come accadeva nei fantastici Sixties. La Fuchs conquista tutti per la personalità dirompente e la bellezza accattivante che proprio nella dimensione live si rivelano doti fondamentali per questo tipo di show. Un talento che le ha permesso di fare il grande salto anche a teatro e al cinema, rispettivamente con il musical di Broadway, ''Love, Janis', e il film dedicato ai grandi successi dei Beatles, ''Across The Universe' di Julie Taymor, in cui interpreta la fascinosa Sadie. E proprio ai fab four ha dedicato una mini-parentesi anche a Catanzaro con la rivisitazione di ''Don't Let Me Down', cantata a cappella insieme al pubblico, e della lisergica ''Helter Skelter'. Dana Fuchs rappresenta, dunque, il ritratto in persona di un'epoca straordinaria e maledetta che, nell'immaginario collettivo, costituisce lo spirito fondante del mito americano capace di contagiare, con la sua grinta provocatrice, anche il pubblico dell'anfiteatro catanzarese.


2011

Giovedì 1 settembre, nella consueta cornice di pubblico, il Parco delle Biodiversità si è popolato di fans amanti del rock progressivo, che hanno occupato ogni spazio a loro concesso. Ad attenderli il Banco del Mutuo Soccorso.
Nocenzi prende in mano la band, conducendola verso le infinite praterie del prog. Un breve saluto di Francesco Di Giacomo anticipa “Il ragno”, Nocenzi introduce “Canto nomade di un prigioniero politico”. L’equilibrio è perfetto. L’evoluzione dell’uomo viene raccontata ancora da “Cento mani e cento occhi” e dalla sublime storia d’amore “750000 anni fa… l’amore?”, nella quale Di Giacomo raggiunge vertici elevati di liricità. E’ ancora “La conquista della posizione eretta” e “La danza dei grandi rettili” che anticipa una spumeggiante “R.I.P. (Requiescant in pace)”. Le più popolari “Moby Dick” e “Lontano da” fanno capolino, allorquando “Traccia II” conduce il gruppo alla fine del concerto, ma non prima di “Non mi rompete”. “Non mi svegliate ve ne prego”, hanno cantato in coro i presenti come fosse una implorazione.
Venerdì 2 il protagonista è Alberto Fortis, accolto da un pubblico caloroso, che ha aperto il suo concerto con le note di “In soffitta” . Illuminato il palco, fino ad allora rimasto al buio, ecco l’Alberto Fortis che non ti aspetti. “Angelo”, una delle sue ballate più belle, ha creato una atmosfera rarefatta ed intima. Nessuna concessione iniziale a brani dal ritmo incandescente e di presa immediata. Una scelta precisa ribadita dalla successiva “La neña del Salvador”.  Il ritmo cresce con “Dentro nel fiume” e la successiva “A voi romani”. Seduto dietro la tastiera Fortis ha dettato i tempi, ha esaltato la sua band, si è concesso alle sue emozioni trasmettendole al suo pubblico, come nel caso della esibizione di “Il duomo di notte”. Immancabili “Milano e Vincenzo” che modificata nel testo, ha chiuso così una querelle durata troppo tempo, ed ancora le divertenti “Riso” e “Marylin”.
Venerdì 3 il terzo evento, dopo la parentesi italiana delle prime due serate, ha puntato l’indice verso uno dei maggiori musicisti jazz contemporanei Abdullah Ibrahim aka Dollar Brand. Oltre che per le sue enormi qualità di musicista e compositore, per lui parlano le collaborazioni avute nel corso di una carriera luminosa. Duke Ellington, John Coltrane, Ornette Coleman, Billy Strayhorn, Archie Sheep, Max Roach, Elvin Jones, Don Cherry, Dexter Gordon e Gato Barbieri sono solo alcuni dei nomi con i quali ha condiviso il palco e gli studi di registrazione. A sostenerlo una sezione ritmica di grande qualità. Leonard Belden Bullock, al basso, George Gray, alla batteria,
  “Ishmael”, è stato l’ultimo soffio di vento dell’Africa, alla fine del quale gli artisti hanno salutato il pubblico a mani giunte, decretando la fine della preghiera.
E arriviamo a Domenica 4.  Una “processione” iniziata sin dalle prime ore del pomeriggio per assistere al concerto di Tony Hadley, ex leader degli Spandau Ballet. Oltre a brani di altri artisti “Learn to fly”, dai Foo Fighters, a “With or without you”, degli U2, da “Rio”, fino a “Suspicious mind”, di Elvis Presley, la rilettura in maniera personale di Hadley è riuscita a trasformare ancor di più la serata in un album dei ricordi, in un ritorno al passato in cui non sono stati trascurati i successi degli Spandau Ballet. Vibranti come sempre “I’ll fly for you”, “Lifeline”, “Round and round”, “True” e “Through the barricades” grazie anche al sostegno della band, con la vocalist Dawn Joseph e il chitarrista Richard Barrett in grande evidenza. L’incandescente versione di “Gold” e la fuga di Hadley hanno scritto la parola fine sulla V edizione di “Settembre al Parco”, che da quest’anno entra di diritto tra le rassegne di maggior prestigio dell’estate calabrese.



2012

Joan Armatrading, Ian Hunter, Jefferson Starship, Tom Constanten e Shel Shapiro sono stati i prestigiosi nomi della sesta edizione di Settembre al Parco, rassegna oramai tra i più importanti eventi musicali di fine estate. Il rock è stato il comune denominatore di quattro serate da incorniciare. Puntare su nomi che hanno scritto la storia della musica internazionale e nostrana come Joan Armatrading, Ian Hunter, i Jefferson Starship, Tom Constanten e Shel Shapiro è stata indubbiamente l’arma vincente di una manifestazione in continua crescita. Il Parco delle Biodiversità di Catanzaro, nei giorni 6, 7, 8 e 9 settembre è stato lo scenario ideale per artisti di tale importanza. La differenza dei generi musicali proposti, sempre legati al rock, ha caratterizzato i quattro concerti evidenziando le qualità e le caratteristiche di ciascun personaggio.
L’apertura affidata a Joan Armatrading ha messo in mostra una musicista sorprendente, in possesso, oltre alle riconosciute doti artistiche, di una grande vitalità e di una voglia di comunicare con il suo pubblico. La sua esibizione non verrà ricordata solamente per successi come “Drop the pilot”, “Love and affection” e “Me myself i” ma anche per la sua simpatia e per le ottime doti nell’uso della chitarra. Dal rock al folk, dal blues al reggae senza escludere gli spunti jazz, la Armatrading è una artista difficile da classificare per il mix di suoni proposti.
La seconda serata è stata all’insegna del glam rock e del rock ‘n’ roll. Ian Hunter e la Rant Band sono riusciti nell’intento di riunire generazioni lontane tra loro ma legate dal comune amore per la musica. Hits del passato e nuovi brani hanno fatto da cornice ad un concerto in cui non sono mancati i tributi a grandi del passato come John Lennon e Lou Reed.
La musica senza tempo degli anni sessanta e settanta, periodi storici in cui attraverso la musica una intera generazione ha cercato di cambiare il mondo, è stata al centro della terza serata. Ad aprire il concerto la sorpresa Tom Costanten, ex componente dei Grateful Dead, non annunciato nel cartellone, e subito dopo i Jefferson Starship di Paul Kantner, che con la loro musica hanno catapultato il pubblico nella Bay Area di San Francisco. Constanten e Kantner, che nel 1969 hanno suonato a Woodstock, hanno risvegliato i cuori di chi in quegli anni sognava di assistere ai concerti di quelle gloriose band. “Dark star”, “Somebody to love” e tutti i brani presentati sono musica senza tempo, come quella suonata nella quarta serata da Shel Shapiro. “Hamburg 1963” è stata l’occasione per rivivere il percorso vissuto da Shel sin dai suoi inizi quando con il nome Shel Carson Combo approdò in Germania, fino ai fasti italiani vissuti con i Rokes. Il rock ‘n’ roll di Jerry Lee Lewis ed Elvis Presley si è alternato per tutta la serata con la black music dei Temptations, di Marvin Gaye e della Motown, fino al mito Rokes con i brani che più li hanno contraddistinti nel periodo della beat generation in Italia.“C’è una strana espressione nei tuoi occhi”, “Che colpa abbiamo noi”, “Bisogna saper perdere” ed “E’ la pioggia che va” sono stati gli ultimi palpiti di “Settembre al Parco”.